Indebitamento e punto di pareggio economico e finanziario

CONSULENZA STRATEGICA NELLA FASE D’EMERGENZA

Con il contributo di:
Ing. Carlo Nessi
BCM Project Srl – Controllo di Gestione

Tra le esigenze indispensabili per le aziende in questa fase di emergenza vi è quella di dotarsi di una somma di liquidità sufficiente per la gestione del periodo di fermo produttivo e del primo periodo di ripartenza per il sostenimento dei costi di approvvigionamento e di riattivazione dei siti e degli impianti di produzione.
Il programma di sostegno governativo, in diretta correlazione con gli istituti bancari, ha portato all’attivazione di un sistema di finanziamenti garantiti che certamente consente alle aziende di accedere con più facilità al mercato del credito ma è indispensabile associare a tale dinamica una valutazione approfondita sulla sostenibilità economica e finanziaria dell’azienda nel breve e nel medio termine: all’incremento del debito di natura finanziaria, sia pur garantito, si deve far fronte con la capacità di tenere l’azienda al di sopra del punto di pareggio economico e, nel medio termine, anche finanziario.

In massima sintesi il Punto di Pareggio Economico (o Break Even Point) è l’ammontare di ricavi che si verifica nel momento in cui l’azienda non genera né perdite né profitti. Ci vogliamo occupare qui del Punto di Pareggio e di quanto gravita intorno ai concetti di flessibilità organizzativa. L’azienda deve essere vista come un unico grosso contenitore di costi che possono essere suddivisi in Costi Variabili e Costi Fissi, i primi crescono o decrescono al variare della mole di produzione, i secondi invece rimangono inalterati.

Poste queste definizioni di massima possiamo annoverare fra i costi variabili la materia prima, le lavorazioni esterne, i costi di trasporto, le provvigioni, l’energia elettrica, le manutenzioni, mentre tra costi fissi possiamo includere gli affitti, i canoni leasing, gli ammortamenti, i costi assicurativi, IMU e altri.

Quello che è importante fare è pianificare una ripartenza che miri all’ottenimento del punto di pareggio, che consenta di superare questa fase senza la generazione di perdite che possano pregiudicare la solidità aziendale e la capacità di rimborso dell’indebitamento. Se i costi variabili in questa fase scendono per loro natura in correlazione con la diminuzione dei volumi, diventa fondamentale porre l’attenzione sulla riduzione dei costi fissi.

E la manodopera? Questo è proprio il nodo cruciale di questo periodo. Si rende quindi necessario programmare una ripartenza durante la quale, grazie anche alle diverse tipologie di ammortizzatori sociali esistenti, il costo della manodopera possa essere impostato, per quanto possibile, quale costo variabile. Una considerazione fondamentale è che questa analisi non vada messa in atto, banalmente, solo sull’intero sistema azienda ma deve essere vista all’interno dei reparti stessi, delle linee produttive o addirittura della singola macchina.

Si ipotizzi infatti un’azienda che in fase di riapertura si ritrovi con un fatturato o meglio con un volume di produzione notevolmente ridotto rispetto allo standard: è pressoché impossibile che tutti i reparti e tutte le unità produttive abbiano la stessa saturazione. In particolare, potrebbe esserci un macchinario e un operatore utilizzato al 50% e un altro al 10%. Questa analisi ulteriore impone l’impostazione di un sistema organizzativo e produttivo flessibile e dovrebbe dare spazio ad analisi di “Make or Buy.

Un approfondimento di questo genere consente di attivare una serie di soluzioni che mirano alla riduzione dei costi:

  • apertura temporanea di siti produttivi e/o reparti produttivi in funzione degli effettivi ordinativi in portafoglio;
  • chiusura temporanea di alcuni reparti troppo costosi in fase di produzione ridotta privilegiando l’acquisto di tali lavorazioni sul mercato (scelta di make or buy);

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  • attivazione di “contratti solidarietà” ovvero accordi di riduzione delle ore di lavoro a tutto il personale mantenendo in forza l’intera occupazione fino al termine della crisi e alla ripresa dei volumi;
  • utilizzo temporaneo e parziale di ammortizzatori sociali (CIG) a compensazione delle minori ore di lavoro del personale dipendente

Considerazioni che sono doverose da analizzare proprio per mettere in massima efficienza un volume di produzione che probabilmente nella prima fase non sarà in linea rispetto alla capacità massima produttiva che si è avuta in passato.

Un ultimo e fondamentale aspetto rispetto ai temi sopra citati è lo sguardo verso il futuro. In particolare, la necessità di guardare oltre e costruire un’architettura organizzativa flessibile. Flessibile in quanto intercambiabile internamente ma soprattutto flessibile in quanto utilizzatrice di risorse esterne variabili. È necessario analizzare per ogni reparto/risorsa la naturale dicotomia del puro costo variabile esterno (alla volte maggiore) rispetto alla internalizzazione della lavorazione stessa a costi più bassi.

Se da un lato l’internalizzazione della produzione consente di ottenere maggiori margini, dall’altro l’esternalizzazione di alcune lavorazioni e quindi la variabilizzazione delle stesse consente di abbassare il punto di pareggio e quindi la capacità dell’azienda di resistere in periodi di crisi.

In questo contesto risulta fondamentale l’approfondimento di un altro tema connesso alla fase di ripartenza. Visti infatti i contributi sotto forma di liquidità che il Governo sta predisponendo, il risultato economico è base fondamentale al ripianamento dei debiti contratti. Tuttavia non va sottovalutato che il Punto di Pareggio Economico non coincide mai, nel breve termine, con il Punto di Pareggio Finanziario.

Quest’ultimo concetto infatti si può definire come l’equilibrio fra le entrate e le uscite di cassa. Se infatti si ipotizza un’azienda che ha una differenza economica fra costi e ricavi in equilibrio, ma ha tempi di incasso e pagamento non correlati e una serie di scadenze (finanziamenti, mutui, leasing, ecc.) non correttamente pianificati, pur in presenza di pareggio economico questa azienda si troverà a gestire, nel breve e medio termine, rilevanti problemi di liquidità.

Il Punto di Pareggio Finanziario, e la sua pianificazione, sono importanti tanto quanto gli argomenti economici prima citati. Non sempre fatturare tanto equivale ad avere tanta liquidità.

In questa fase di fermo produttivo sostenuta con accensione di nuovi finanziamenti bancari, un’attenta analisi e pianificazione della dinamica finanziaria diventa quindi fondamentale.


Lo Studio Associato Marelli e Brenna nei suoi settori di Consulenza del Lavoro e Gestione del Personale Dipendente e di Consulenza Strategica Contabilità e Bilancio e la nostra società partner di controllo di gestione BCM PROJECT SRL sono come sempre a disposizione per dare il massimo aiuto alle aziende clienti, per consentire loro ulteriori approfondimenti, per l’analisi specifica di ogni situazione aziendale e per attivare le soluzioni corrette.